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L’arte dei profumi
Introduzione storica. Il profumo, secondo gli usi e gusti moderni e secondo una immagine ben consolidata da almeno 2 secoli, è una soluzione alcolica o idroalcolica di materie fortemente e gradevolmente aromatiche. Gli antichi non possedevano (o comunque non usavano) un sistema del genere per profumarsi; tuttavia non rinunciavano cospargersi di sostanze odorose; il modo più comune citato ampiamente anche da molti testi religiosi, primo tra tutti la Bibbia era quello definito come balsamo. Per balsamo, in epoche successive, si è inteso indicare degli essudati liquidi molto odorosi, ottenuti incidendo piante adatte ad emettere tali secrezioni; in origine, invece, si trattava di soluzioni oleose delle sostanze aromatiche che anche oggi vengono impiegate nella fabbricazione dei profumi alcolici. L’olio di base era quello più comunemente usato nell’alimentazione, a seconda della zona di stanziamento del gruppo umano interessato alla preparazione del profumo. Olio di oliva nell’area mediterranea; olio di sesamo dal vicino oriente all’India, e più in la ancora; grassi vegetali in Africa; grassi animali nei paesi freddi nel Nord Europa o delle zone montuose dell’Asia e così via. Le sostanze aromatiche dissolte nel veicolo oleoso, delle quali ci è giunta notizia, attraverso i testi medici e cosmetici dell’antichità, erano: le resine odorose, come l’Incenso, la Mirra, il Galbano, lo Storace, l’Assa o Asa aromatica ( per per distinguerla dalla Asa foetida che per molti storici è da identificarsi con il benzoino), il Mastice e la Terbentina (essudate rispettivamente dal Lentisco e dal Terebinto)
Occorre ricordare che il termine stesso “profumo” viene dal latino “pro fumo tribuere” nel senso di rendere omaggio, consacrare agli Dei, a mezzo del fumo di sostanze agli Dei stessi gradite.
I legni
le cortecce e le radici profumate provenienti dall’oriente come il Nardo (detto “Indiano”quando si tratta del Nardus jatamansii, il “Celtico” quando si tratta della Valeriana celtica, ambedue Valerianacea, presenti l’una dall’India, l’altra dall’area Mediterranea.
Seguono poi alcuni fiori dall’odore particolarmente delizioso, e tra questi c’era sicuramente la Rosa ma anche il Ligustro e i fiori di Giglio:
Oltre alle preparazioni liquide o unguentacee, adatte ad essere cosparse sul corpo o su oggetti di culto, c’erano moltissime preparazioni solide in forma di pasta dura, adatte sia essere bruciate come l’iincenso o ad essere portati addosso, come palle o palline profumate; le palline potevano essere infilate a mo’ di collana.
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