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SOGNO DOPO SOGNO

Silloge poetica di vizi, virtù, politica, costume e varia umanità
Gian Manlio Granturco – f.to 15×21 – pp. 96
 
In questa nuova opera l’Autore presenta le riflessioni mature di un italiano che “sogno dopo sogno” continua a sperare in un cambiamento profondo.
Si tratta di riflessioni pacate, talvolta espresse con la passione trascinante dell’eloquio talaltra nel silenzio della notte.
Questa raccolta di poesie è una voce che esce dal silenzio, una voce che dà voce a chi voce non ha; che dà voce ai molti italiani che saldi sulle loro posizioni attendono un cambiamento profondo.
 
IL CAPITANO
Io sono il capitano di
quella squadra antica
ch’avea infissa nel cuore
la legge del dovere e
sulle labbra scritto
d’amarla e di servirla per
una vita intera con
fedeltà e fervore.
Lucevano le insegne
di quel drappello al sole,
garrivan le bandiere
di quella schiera antica
ch’avea come compenso
non l’oro ma l’onore
e la fiducia salda
del popolo e il favore.
Gioiosa era la gente,
fidente e sorridente
girava per le strade, le
valli e le contrade
protetta dall’usbergo di
quel drappello antico
che il giusto proteggeva
contro ogni rio nemico.
Ma il mal dell’ingordigia
pian piano sparso ad arte
come infido veleno in
fretta si diffuse nelle
coscienze terse che in
breve furon perse e
s’inchinaron prone a quel
bravo padrone.
Poi il male rabbuiato si
scatenò veloce contro
la squadra antica
ultimo baluardo
della ragione umana
dalle passioni vane
sospinte e contornate
da libertà smodate.
Fedele alla consegna
del giuramento antico
la schiera non si sperse
innanzi al suo nemico
ma insieme rinsaldata a
quadrato si pose per
l’ultima difesa
del punto suo d’onore.
Non scelsero la resa
ne di salvar la vita
ma vollero cadere
travolti dal nemico
stretti nella difesa di
quella legge sacra in
Toro ben serrata
ch’avea nome dovere.
Io sono il capitano di
quella squadra antica
che giace invendicata e
attende in ciel riunita
d’alfin poter vedere un’
altra, eletta schiera
ripristinare in terra la
legge del dovere.